16 Feb Del Lentisco, tra piane assolate di suggestioni, significati e memorie
Quì da noi in Salento, lo incontri andando in spiaggia, disteso sulle dune di sabbia del litorale Ionico, lo puoi vedere arrampicato sulle rocce scoscese del versante Adriatico. Nelle aree rurali ma non solo, nei campi coltivati tra i muretti a secco, accanto alle pajare, non c’è strada, sentiero o litoranea in cui non ti possa capitare di notarlo.
Il Lentisco, pianta tipica della macchia mediterranea, popola da sempre il nostro territorio e riesce a sopravvivere a dispetto dell’erosione antropica.
Il suo nome scientifico è Pistacia lentiscus, in Italiano possiamo chiamarlo lentisco o lentischio. Il dialetto abbonda di varianti e creatività: frasca, lentìscu, listìncu, restìncu, ristìncu, stincu, màcchia, macchiòne.
Arbusto con una chioma globosa, irregolare e densa, i suoi rami hanno un portamento orizzontale tipico delle piante “a cuscino”. I suoi fiori sono poco appariscenti e riuniti in piccole infiorescenze a pannocchia, le foglie emanano un intenso profumo resinoso e aromatico, i frutti sono piccole drupe che assumono diversi colori in base al grado di maturazione, passando dal verde, al rosso chiaro, al rosso granato brillante, fino al rosso scuro, quasi nero, quando in pieno inverno raggiungono la completa maturazione.
Fin dall’antichità, l’uomo ha tratto beneficio da questa pianta attraverso i suoi molteplici utilizzi. Le foglie, ricche di tannini, erano utilizzate per la concia delle pelli, i giovani rametti come deodoranti e antitraspiranti. Dai frutti si estraeva l’olio, utilizzato già da greci e latini come combustibile per le lanterne o a scopo fitoterapico, nei periodi di carestia o guerra è stato destinato all’alimentazione, come succedaneo del più costoso olio d’oliva considerato più pregiato.
Dai tronchi e rami incisi si ricava, ancora oggi, il mastice o “lacrime” di Chios, emblema dell’omonima isola greca, che dal 1997 è anche diventato un prodotto a Denominazione di Origine Protetta.
Ci siamo ispirati a questa pianta, per il nostro nome Piana del Lentisco, perchè è considerata una delle specie più pregevoli della macchia mediterranea, miglioratrice del terreno, altamente resistente alla siccità e al fuoco, capace di sviluppare rapidamente nuova vegetazione anche dopo un incendio e arricchire suoli poveri e denudati. Il Lentisco, per noi, raffigura il significato del nostro vivere quotidiano e custodisce le memorie della nostra Terra.
Ci identifichiamo con il Lentisco per la tenacia con cui abita luoghi faticosi, in quanto simbolo di resistenza a condizioni ambientali talvolta impegnative, di rinascita dopo piccole e grandi difficoltà.
Una frase, della scrittrice Grazia Deledda, esprime tutto ciò che questa pianta ha da sempre rappresentato: “…Sarò anch’io come il lentischio, che solo per gli umili che ne conoscono il segreto nasconde nelle sue radici la potenza del fuoco, e nel frutto selvatico l’olio per la lampada e per gli unguenti…”.
Un arbusto selvatico, apparentemente umile e povero, che nasconde la preziosa ricchezza di svariate e utili proprietà.
Da alcune di queste siamo particolarmente ispirati, la sua forza rigeneratrice, la tenacia e la resilienza, che ci guidano a lavorare per migliorare l’ambiente in cui viviamo e tutelarne la bellezza.
Fonti
– P. Medagli, R. Accogli, A. Turco, V. Zuccarello, A. Albano, Fiori spontanei del Salento. Guida al riconoscimento e alla tutela, Lecce, Edizioni Grifo, 2016;
– Roberto Gennaio, Alberi e frutti spontanei del Salento. Guida al riconoscimento e all’utilizzo, Lecce, Edizioni Grifo, 2016.